Eleonora Ruffo Giordani
L'Arte nelle sue molteplici manifestazioni
sabato 30 luglio 2016
mercoledì 6 luglio 2016
EMILY DICKINSON
ANGOLO DELLA MUSICA
Emily Dickinson
Vedere il cielo estivo è poesia,
anche se nessun libro la contiene.
La poesia vera è fuggitiva.
(Emily Dickinson)
Emily Dickinson
Io abito la possibilità, una casa più bella della prosa con tante finestre in più e porte migliori.
Ha stanze come cedri dove lo sguardo non può penetrare e per tetto sterminato
la volta del cielo.
La frequenta la gente più amabile.
Così vi passo il tempo spalanco le mie piccole mani per colmarle di paradiso.
(Emily Dickinson)
ANGOLO DELLA MUSICA E DELLA POESIA
Angeli, al mattino possono essere visti fra una rugiada piegarsi, sorridere, volare.
Gemme e germogli appartengono forse a loro?
(Emily Dickinson)
IL MEGLIO DEL WEB
IL VESTITO PIU' ANTICO DEL MONDO
ABITO DI CLASSE - Alcuni segni rivelano che non venne utilizzato esclusivamente come veste cerimoniale: lapidi del medesimo periodo della veste mostrano persone di alto rango che indossano un abbigliamento simile, facendo supporre che si potrebbe trattare di un tipo di abbigliamento in voga tra le persone facoltose di quel periodo.
domenica 3 luglio 2016
CENNI DI BON TON
AL RISTORANTE
Non vanno mangiati pane o grissini prima che arrivino le pietanze, o tra una portata e l’altra; ed è sconveniente bere prima di aver versato acqua o vino agli invitati.
Posate: si parte sempre dalle più esterne, usando man mano quelle più interne.
Il caffè
Se il caffè è servito a tavola il piatto rimane appoggiato sulla superficie del tavolo; se è servito in salotto con la mano sinistra si tiene il piattino e con la destra la tazzina. Lo zucchero in zolletta si prende con le apposite pinzette, oppure con le dita.
«La signorilità vera non sta nel non versare la salsa sulla tovaglia, ma nel non mostrare di accorgersi se un altro lo fa».
Il contegno, l'educazione, il rispetto sono valori che rivelano una classe che non è assegnata dai documenti anagrafici, ma che fiorisce da una finezza umana profonda. (Anton Cechov)
“L’eleganza non consiste nell’indossare un vestito nuovo” (Coco Chanel)
Name : Coco Chanel
Born Name : Gabrielle Chanel
Date of Birth : 19 August 1883
Place of Birth : Saumur, Maine-et-Loire, France
Nationality : French
Education : In the fourth instalment of BoF’s fashion history series, we meet the creator of the “little black dress,” who took her cues from a country in mourning. Gabrielle “Coco” Chanel, the designer doyenne who founded fashion’s most famous house, used her lovers’ money to establish herself and rewrote the rulebook with her mannish collections.
Occupation : Fashion designer
Family : Lucien Chanel
Brother
Jeanne Devolle
Mother
Albert Chanel
Father
Alphonse Chanel
Brother
Augustin Chanel
Brother
Antoinette Chanel
Sister
Pierre Chanel
Brother
Julia Chanel
Sister
Zodiac Sign : Leo
Height : 5ft 6.5in (169 cm)
Hair Color : black
Eye Color : Dark Brown
Shoe Size : 7.5
Best Known For : Fashion designer Coco Chanel, born August 19, 1883, in Saumur, France, is famous for her timeless designs, trademark suits and little black dresses. Chanel was raised in an orphanage and taught to sew. She had a brief career as a singer before opening her first clothes shop in 1910.
Coco Chanel Favorite Things : Coco Chanel was so enchanted with pockets that this would prove to be the main focus of her designs in handbags for women!
Name : Coco Chanel
Born Name : Gabrielle Chanel
Date of Birth : 19 August 1883
Place of Birth : Saumur, Maine-et-Loire, France
Nationality : French
Education : In the fourth instalment of BoF’s fashion history series, we meet the creator of the “little black dress,” who took her cues from a country in mourning. Gabrielle “Coco” Chanel, the designer doyenne who founded fashion’s most famous house, used her lovers’ money to establish herself and rewrote the rulebook with her mannish collections.
Occupation : Fashion designer
Family : Lucien Chanel
Brother
Jeanne Devolle
Mother
Albert Chanel
Father
Alphonse Chanel
Brother
Augustin Chanel
Brother
Antoinette Chanel
Sister
Pierre Chanel
Brother
Julia Chanel
Sister
Zodiac Sign : Leo
Height : 5ft 6.5in (169 cm)
Hair Color : black
Eye Color : Dark Brown
Shoe Size : 7.5
Best Known For : Fashion designer Coco Chanel, born August 19, 1883, in Saumur, France, is famous for her timeless designs, trademark suits and little black dresses. Chanel was raised in an orphanage and taught to sew. She had a brief career as a singer before opening her first clothes shop in 1910.
Coco Chanel Favorite Things : Coco Chanel was so enchanted with pockets that this would prove to be the main focus of her designs in handbags for women!
giovedì 23 giugno 2016
Eleganza e sobrietà
In un mondo di esasperato culto delle apparenze c’è una preoccupante scarsità di eleganza. Si tende alla retorica, alla vanità, al narcisismo, all’esagerazione – al desiderio di “far colpo” a tutti i costi.
Si vuole, troppo spesso, strafare e stradire. Non solo nell’abbigliamento (dove l’esibizione di nudità non è meno goffa e banalizzata delle vistosità nel vestire).
Anche nel comportamento e nel modo di esprimersi.
L’eleganza non è appariscente. Non è un accumulo di orpelli e di esibizionismi. È stile, consapevolezza, misura.
Un’equilibrata mescolanza di istintivo buon gusto e di scelte precise, di cura della sostanza e minuziosa attenzione a ogni dettaglio.
L’eleganza è cortesia.
È rispetto per gli altri, attenzione al modo in cui ciò che diciamo, facciamo o mostriamo può essere percepito.
È rispetto per gli altri, attenzione al modo in cui ciò che diciamo, facciamo o mostriamo può essere percepito.
Non un formale galateo, non un cerimoniale ipocrita, non un banale e passivo adeguarsi al convenzionale, ma un più profondo sentimento di civiltà.
L’eleganza non è mielosa e sdolcinata.
Si può essere civili con sincera cortesia – o, quando è necessario, con misurata durezza.
L’eleganza non è falsa e bugiarda.
Non è una crosta di apparenze che nasconde l’ambiguità e l’inganno.
L’eleganza è sobria – e la sobrietà è elegante. L’una e l’altra sono piacevoli, gradevoli, confortanti.
Non solo più umane e funzionali, ma anche più belle..... C’è più fascino nella semplicità che in ogni sfacciata esibizione.
L’ironia è elegante, l’umorismo è gradevole, ma molta della comicità che ci circonda è grossolana, stupida, petulante e volgare (per non parlare dell’involontaria ridicolaggine di chi si prende troppo sul serio).
La sobrietà non è sacrificio, rinuncia, pauperismo. È la capacità di scegliere ciò che serve (anche da un punto di vista estetico) e ciò che invece non solo è inutile, ma spesso è ingombrante e fastidioso.
L’eleganza è saper sorridere, anche ridere, quando ce n’è un motivo – ma non perdersi in salamelecchi noiosi, ambigui e irritanti.
Una cosa scritta bene è elegante. Non solo quando è un’opera letteraria. Anche un biglietto del tram o un segnale stradale possono essere eleganti quando sono ben fatti, funzionali ed esteticamente gradevoli.
Ogni piccolo dettaglio ben curato per la sua utilità e presentato in modo elegante può contribuire a rendere più gradevole l’ambiente in cui viviamo.
1 C’è chi pensa che l’eleganza sia un dono, un talento innato. In parte può essere vero. Ci sono persone che sanno muoversi, esprimersi, comunicare meglio di altre. Ma nessuno è condannato a essere volgare, ingombrante e fastidioso. E nessuno si può fidare solo dell’istinto.
L’eleganza, la semplicità, la sobrietà sono arti che possiamo apprendere e coltivare. E vale la pena di farlo. Non solo per renderci più gradevoli agli altri, ma anche per sentirci meglio con noi stessi.
Stiamo vivendo in un’epoca che offre troppo spazio alla volgarità, all’esagerazione, all’ineleganza, al culto sviscerato e stupido delle apparenze.....
È anche la quotidiana sofferenza di dover cercare, subire, avere, esibire, vedere, toccare, maneggiare (e fingere di ammirare) un’infinità di ammenicoli e di ingombri fastidiosi quanto inutili. Con una giusta dose di sobrietà, e un piacevole tocco di eleganza, possiamo non solo semplificarci la vita, ma anche renderla molto più gradevole (a noi e agli altri).
Si tratta anche, ovviamente, del modo di esprimersi. Proviamo, quando parliamo o scriviamo, a evitare i manierismi e le frasi fatte. A usare qualche parola in meno. A trovare un’espressione chiara al posto di un termine gergale o inutilmente astruso. A cercare una costruzione semplice, pulita ed efficace. Saremo più sobri e più eleganti. E avremo molte più probabilità di essere ascoltati e capiti.
Giancarlo Livraghi
sabato 11 giugno 2016
venerdì 27 maggio 2016
Dipinto dell'esimio Artista Patrick William Adam
Suggerimenti utili per un buon ripasso generale, in modo da evitare i difetti e le stonature manierate.
Ecco tutto ciò che a tavola è bene fare, o meglio, non fare.
Non accomodatevi a tavola prima che la padrona di casa, dopo aver consegnato a ciascuno il suo posto, abbia dato il segnale.
Non sedetevi scomposti, ma ben diritti sulla sedia, senza accavallare le gambe ma tenendole raccolte sotto al vostro posto.
Non appoggiate i gomiti sul piano della tavola, ma solo un tratto dell'avambraccio, tenendo le braccia bene accostate per non disturbare i commensali che avete a lato.
Non commettete l'errore imperdonabile di infilare il tovagliolo nell'apertura del vestito, neanche adducendo qualche scusa spiritosa, ma tenetelo ben spiegato in grembo senza appallottolarlo sulla tavola.
Mangiando non tamponatevi gli angoli della bocca solo con la punta del del tovagliolo, è una affettazione di scarso buon gusto.
Non cominciate a amangiare appena serviti con la scusa che la vivanda si fredda, ma aspettate che sia la padrona di casa a dare il segnale. Non esordite con un "buon appetito!". Lodate amabilmente ogni piatto senza lanciare esclamazioni esagerate.
Non portate le posate alla bocca tuffando la testa verso il piatto con l'impressione di voracità, ma viceversa.
Non fate risucchi con la minestra o rumori sgradevoli masticando.
Non portate il coltello in bocca, non bevete tutto di un fiato.
Non impugnate le posate a mo' di armi, ma tenetele con garbo pur senza leziosaggini innaturali.
Non branditele gesticolando e non battetele sul piatto.
Quando avete finito non lasciatele in disordine e neppure a croce, ma raccolte e poste perpendicolarmente alla vostra persona.
Se dovete appoggiare coltello e forchetta tra un boccone e l'altro non metteteli sulla tovaglia o con lame e punte sull'orlo del piatto ed i manici posati al di fuori. Disponeteli invece a forma di V sul piatto, con il vertice leggermente allargato rivolto verso il centro della tavola e con le impugnature che fueriescono solo un poco dal bordo.
In quanto al cucchiaio, non è ammesso per avvolgere gli spaghetti.
Appoggiandolo deponetelo nella fondina leggermente inclinato, con il manico rivolto verso destra.
Non abbandonatelo mai dentro la tazza da brodo, ma mettetelo sul piatto sottostante.
Lo stesso dicasi per il cucchiaino del gelato, del caffé non sorbitelo a cucchiaini, ma sorseggiatolo direttamente dalla tazzina, senza guarnizioni appendicolari di mignoli sollevati.
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